Pur avendo certezza dei macroscopici errori commessi dalla Ministra, ma conoscendone la storia di ex magistrato e la sua serietà, non avremmo gioito perché quelle dichiarazioni, con plastica evidenza fornitegli dal suo staff, sapevamo avrebbero aperto un grave conflitto tra Istituzioni.
Alla Camera Bassa, infatti, Ella ha riportato informazioni contrarie al vero, affermando, nel merito della questione del sindaco sospeso, che «la giurisprudenza ha costantemente affermato che la sospensione di diritto di un Consigliere Comunale decorre dalla comunicazione del provvedimento prefettizio al Consiglio Comunale, sul presupposto dell’efficacia costitutiva e non meramente dichiarativa dell’intervento del Prefetto». E su questo presupposto la Finocchiaro ha aperto una vertenza con diverse magistrature che di casi analoghi si sono occupate e con quella Corte Costituzionale cui, in ultima e definitiva analisi, le norme Costituzionali attribuiscono il ruolo di “Giudice delle Leggi”.
Tanto più che a Siclari – eletto sindaco di Villa San Giovanni – era già stata notificata, all’udienza del 10 novembre 2016, la sentenza di condanna in primo grado e il successivo giorno 12, aveva avuto luogo la rituale attività “meramente accertativa” del Prefetto.
In sostanza – come scrive la Corte Costituzionale, anch’essa intervenuta sulla questione – nei confronti di Siclari é – sebbene temporaneamente – venuto meno il requisito soggettivo.
Una brutta vicenda, questa, sulla quale possiamo immaginare l’ira provocata al Ministro dell’interno e alla stessa Finocchiaro, che ora proveranno a metterci una toppa nell’atto di sindacato ispettivo presentato da IDV nell’imminenza del fatto, e prima ancora che la vicenda approdi al TAR di Reggio Calabria, che dovrà restituire dignità al diritto e dirimere i conflitti provocati dalla superficialità di chi ha redatto quelle informative.
Villa San Giovanni, 29/06/2017
Il Portavoce
antonio morabito