BUFERA SULLA MAGGIORANZA GUIDATA DA LA VALLE

c'era una volta
Io non c’ero e se c’ero…..

“la commissione territorio esprime parere favorevole, a patto che vengano rispettate tutte le norme di legge”. Una conclusione, quella riportata in aula dal presidente della stessa commissione, Claudio Cama, definita pleonastica dal capogruppo del PD, Calabrò, evidentemente convinto che sarebbe impensabile, da parte di un organismo istituzionale, auspicare atti in violazione di norme di legge.

Invece così non è stato. Sicché quello che avrebbe dovuto rappresentare un argomento marginale, di un Consiglio Comunale che la maggioranza ha dedicato all’aumento generalizzato dei tributi e dell’imposizione fiscale sulle famiglie, ha finito per diventare una clamorosa “Caporetto” per la maggioranza.

Il punto all’ordine del giorno aveva una definizione da effetto placebo: “presa d’atto conclusione iter pratica Ditta Boccaccio snc”. Cioè di una richiesta di “permesso di costruire per il completamento con sottotetto sull’immobile esistente a due piani f.t. più seminterrato a destinazione turistica”.

la commissione
la commissione

Tutto normale, tutto regolare per Cama, Giustra e Richichi che il provvedimento lo hanno licenziato in commissione territorio. Sennonché, passo dopo passo, frase dopo frase, quella relazione ha svelato retroscena clamorosi. A cominciare dalle difformità tra la stessa relazione enunciata da Cama ed il verbale della commissione territorio che egli presiede. Atti inediti, richieste smentite dagli interessati ed a campeggiare, su tutto, una sentenza anzi la mancata allegazione della sentenza N. 347/2009 che confermava in via definitiva una delibera del 2007 del Consiglio Comunale (sul rigetto di quella richiesta di permesso di costruire).

Così, un pezzo alla volta, quella “gioiosa macchina da guerra” capeggiata da La Valle ha cominciato a frantumarsi sotto i colpi, ben assestati, di Calabrò e Morgante.

La sentenza non è mai entrata a far parte del fascicolo del Consiglio Comunale e non viene citata nella proposta di deliberazione. Ma a dimostrare la perfetta conoscenza della stessa, non solo l’atto di costituzione in giudizio del Comune ma lo stesso Cama che, sorprendentemente, se la ritrova tra le carte e, incalzato dalla minoranza, è costretto a leggerla. Sentenza però che non viene citata nemmeno nel verbale della commissione territorio, così come le richieste che – asserisce la maggioranza – sarebbero state avanzate dalla ditta richiedente ma che non risultano agli atti.

La Valle, come al solito, “cade dalle nubi”: noi abbiamo portato in Consiglio– afferma il sindaco – la pratica così com’è stata istruita dagli Uffici comunali. Ma l’azione demolitoria della minoranza va avanti inesorabile, mentre il colore del “cerchio magico” che governa la città diventa cianotico: quali uffici comunali? Di quale istruttoria stiamo parlando? Quale parere?

suapHomeRivolto al segretario comunale Calabrò è perentorio: ci può leggere l’art. 2, del decreto legislativo 160/2010?

Arrogante la risposta del funzionario, prima di piombare anch’egli nell’ansia: lo legga lei – rivolto a Calabrò – che lo ha li davanti! Una risposta che solo la signorilità del capogruppo del PD non trascende in una formale richiesta di intervento disciplinare all’Agenzia Regionale dei Segretari Comunali. E non se lo fa ripetere due volte, Calabrò. E legge la norma che stabilisce la competenza esclusiva dello Sportello Unico delle Attività Produttive ed il divieto, per tutti gli uffici comunali, di occuparsi di pratiche del genere e che hanno l’obbligo di trasmettere immediatamente tutti gli atti alla struttura deputata per legge.

Dunque gli Uffici comunali citati da La Valle non avevano nessuna competenza ed il loro parere è privo di efficacia. Ma se anche fosse vero che la responsabilità sia stata degli Uffici, poiché la vicenda, nel caso fosse stata erroneamente licenziata dal Consiglio, avrebbe comportato responsabilità gravissime nei confronti della Ditta richiedente e di ogni singolo consigliere comunale, perché mai il capo dell’Amministrazione non ha annunciato l’avvio di un’inchiesta amministrativa?

Lo ha fatto il consigliere Morgante, chiedendo espressamente, al Segretario Comunale, l’invio dei verbali al Prefetto ed all’Ufficio per i procedimenti disciplinari, così gettando ancor di più nel panico la maggioranza.

Già, il Segretario. Perché a margine della richiesta di sospensione del Consiglio Comunale, avanzata da un La Valle terreo in volto, è spuntata la domanda più dirompente, destinata a creare sconquasso dentro e fuori dalla compagine amministrativa. Una richiesta cui è seguita la risposta del Segretario Comunale che, di colpo, è sembrato perdere tutta la baldanza: si, il D.P.R 447/1998 è stato abrogato ed è in vigore il D.Lgs. 160/2010.

Cifre, date, numeri che ai più non dicono molto ma che vogliono semplicemente significare che i presupposti normativi, su cui è stato istruito il procedimento, (appunto il D.P.R. 447/98) non esistono più, abrogati dall’art. 12 del D.Lgs. 160/2010.

Abrogato, appunto. Sin dal 2010! Così come finalmente attestato ieri a verbale dal Segretario Comunale. E, quindi, ben prima di quel famoso 7 febbraio 2012, data in cui la maggioranza di La Valle autorizzava una abnorme variante urbanistica meglio nota come “parco dei falchi”.

E allora perché per la ditta “Boccaccio snc” quelle norme sono risultate abrogate e per la “Eco srl” no?

Una domanda che ha già una risposta e sulla quale le “autorità costituite” non possono più far finta di non sapere…

D’altro canto noi lo predichiamo da tempo: le bugie hanno le gambe corte.

Una risposta a “BUFERA SULLA MAGGIORANZA GUIDATA DA LA VALLE”

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