Infatti, anche il TAR, applicando e interpretando la norma uscita calda calda dalle sentenze della Cassazione a Sezioni Unite e della Corte Costituzionale, ha cassato i provvedimenti firmati da Siclari, dichiarando che la sospensione era in vigore dal novembre 2016 e annullando i provvedimenti firmati da Siclari e quelli, conseguenti, firmati da Maria Grazia Richichi.
Ma la sentenza dice anche un’altra cosa: Siclari non era il destinatario del provvedimento del prefetto ma l’Organo che ne ha Convalidato l’elezione o deliberato la nomina. Cosa che da troppo tempo ci sforziamo di far capire e che ora è chiara atutti!
IL RISCHIO ECONOMICO PER L’ENTE
Il dato che qui importa è che – anche se il TAR non lo dice né avrebbe potuto dirlo – l’annullamento degli atti firmati da Siclari e quelli sottoscritti da Maria Grazia Richichi, è come se non esistessero. Che vuol dire, semplicemente, che nomine, transazioni, delibere, atti di matrimonio ecc ecc non esistono più. Insomma non solo il ridicolo (pensiamo a due persone sposate civilmente in questi mesi) ma soprattutto economico (anche la transazione stipulata per il molo di sottoflutto o permessi di costruire firmati dal responsabile tecnico) e con un danno finanziario inimmaginabile.
Molto dipenderà da cosa deciderà il Prefetto (che dovrà dare esecuzione alla sentenza) e soprattutto il Commissario nominato. A lui, infatti, spetterà il compito di confermare o annullare gli atti e i documenti firmati dalla Richichi e dalla Giunta.
CAFFE’ PAGATO
Resta, ovviamente, il danno Erariale e le questioni Penali da risolvere, perchè è altrettanto ovvio che le condotte dei due dovranno (all’esito finale di questa vicenda) essere poste al vaglio della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti.
Perchè se è vero, com’è vero, che Siclari era consapevole (la consapevolezza giuridica non dipende dalla conoscenza) di essere sospeso e di non poter svolgere la funzione, è altrettanto vero che per la Richichi è venuta meno la propria inconsapevolezza, nel momento in cui era stata avvisata – con l’atto di diffida notificatole da Mimmo Aragona prima della convocazione del consiglio comunale – a non compiere nessun atto tra quelli dalla legge affidati al sindaco.
Insomma una partita ancora completamente aperta ma che apre aduna responsabilità più grande e tutta politica: mettiamo anche che fossero convinti di candidare un sindaco sospeso, rassicurati da “voci” autorevoli ed essendo, quindi, certi di poter dare delle risposte a questa città….ora che la verità giudiziaria è venuta alla luce, perchè accanirsi contro questa città e ostinarsi a rimanere in carica? Cosa c’è dietro, cosa c’è di così importante da tutelare?
06/10/2017
di antonio morabito