«Non sono disponibile, né lo è la mia amministrazione, a partecipare ad altri incontri in cui il Ministero delle Infrastrutture giunga senza alcuna proposta». A parlare, per bocca del suo portavoce (La Valle non parla più dall’operazione “Morsa sugli appalti), è il sindaco di Villa San Giovanni che, al rientro dalla riunione Capitolina con il Ministero dei Trasporti, aveva inteso segnalare il proprio disappunto per gli infausti esiti.
Era il
Quale Metromare?
Poi due emendamenti, al «decreto SbloccaItalia», presentati dal deputato PD, Borghi e da Garofalo, NCD, con una previsione di spesa di 30 milioni di euro in tre anni, che avrebbe dovuto portare nuova linfa a quel servizio che a partire dal “Consorzio Metromare”, sta andando avanti a proroghe ma stravolto nella sua struttura iniziale.
Il provvedimento firmato dai due Deputati aveva ricevuto l’appoggio del Ministro Lupi e del Governo Renzi – dicono – per cui la vicenda sembrava cosa fatta fino a quando, la Ragioneria Generale dello Stato, non ha stoppato l’emendamento, mentre il servizio rischia di bloccarsi al 31 dicembre.
Vuoi vedere che il Ministro Lupi, come per la “Variante di Cannitello” ancora li ad attestare il disagio di tutta una Comunità, provvederà ad una nuova proroga alle solite compagnie e per soli 6 mesi?
Tuona la politica
L’Associazione dei Sindaci dell’Area dello Stretto, non ci sta e, su proposta del sindaco, Rocco La Valle, propone un documento in cui viene, perentoriamente, richiesto «inderogabilmente ed immediatamente un apposito tavolo tecnico ministeriale».
La questione si sposta, sul piano strettamente linguistico, perché se la lingua italiana non è “neutra” e se le parole di La Valle hanno ancora senso, vuol dire che la politica esce dai giochi – come anticipato dal sindaco promotore – e si sposta sul piano tecnico, per cui al “tavolo tecnico” siederanno solo i tecnici?
Un modo, neanche tanto elegante, per rimettersi in fuga da una serie di vicende che questa amministrazione lascerà ai posteri. Le ultime con il colpo di teatro: non vengo al Ministero, mi dimetto, non rispondo…
Non facciamoci (tanto) male
Abbiamo assistito, in questi anni, all’arroganza di una compagine amministrativa che ha giocato al “piccolo politico”, e che tra le mani si è ritrovata multinazionali, imprese e Ministeri e chi più ne ha più ne metta, venendo fuori da una situazione favorevole per la città, nel peggior modo possibile.
Quest’area non ha saputo attrezzarsi, modernizzarsi, spingere e costruire il proprio sviluppo, senza fermarsi ai “loculi” di un Centro Commerciale o raccogliere (male) i rifiuti. Ed ecco perché la gente scappa.
Non sono più solo i giovani, ma gente attempata che fugge via anche per i servizi da terzo mondo e perché le pubbliche istituzioni non hanno saputo disegnare lo sviluppo, trasformando il lavoro, fermandosi solo a rattoppare qualche strada, cambiare lampadine o far finta di abbattere qualche barriera architettonica.
Adesso è venuto il momento di ripartire, nella speranza che questa gente trovi il coraggio di farsi da parte!