VILLA: FIGURACCIA DELL’AMMINISTRAZIONE IN TRASFERTA IN TERRA PAPALE

“Siamo così bravi che neppure noi stessi riusciremmo a fare di meglio”. E’ questa la sintesi del viaggio romano della sindaca e dei sui assessori, D’Agostino e Morgante, che hanno tentato di mistificare la verità edulcorandola con dichiarazioni roboanti sui risultati conseguiti e che, nelle mirabolanti dichiarazioni offerte alla stampa, hanno persino dimenticato di indicare chi siano stati i loro interlocutori.

Per umanità daremo per scontato che essi non abbiano avuto la riunione con gli uscieri, senza nulla togliere alla categoria, ma al netto di frasi sensazionalistiche confezionate ad arte, dal resoconto sembra che la delegazione del Comune villese abbia ben poco da celebrare.

ECOPASS, E L’ITALIA DICHIARO’ GUERRA AL MONDO

L’accesso ad una Zona a Traffico Limitato, subordinata al pagamento di una somma, è una misura stabilita dal Codice della Strada e compete al Sindaco (e alla Giunta) l’adozione del provvedimento.

Dal 9 Luglio 2010, il Consiglio Comunale di Villa San Giovanni ha approvato e dato indirizzo alla Giunta ed al Sindaco di adottare una serie di provvedimenti che, già all’epoca, superavano tutte le censure mosse dal TAR di Catania rispetto al provvedimento della città di Messina.

Ad oggi, l’amministrazione comunale non ha saputo o non ha voluto adottare il provvedimento. Ben poco, quindi, hanno potuto dichiarare le innominabili fonti ministeriali su tale argomento, a meno di improbabili ed urgenti provvedimenti normativi che, persino in violazione della Costituzione, sottraggano ai Comuni la competenza sull’adozione di tale provvedimento.

La stessa cosa vale per la cosiddetta “Tassa di Sbarco”, non solo improponibile ma persino ridicola già dall’origine, dal momento che “ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale”, sempre a norma della Legge Fondamentale.

Addirittura nel resoconto degli incontri romani, viene riportato che questi fantomatici interlocutori starebbero ragionando su una “tassa per il passaggio delle navi sullo Stretto” che non è solo surrele ma che andando ad interferire con il diritto internazionale presuppone accordi di reciprocità e la modifica del codice della navigazione, oltre che finire per danneggiare ancora di più il già malandato Porto di Gioia Tauro.

HABEMUS PAPAM

Già per questo ci sarebbe da stramazzare al suolo dalle risate pensando che non sia poi così peregrina l’idea che i “nostri eroi”, al Ministero, abbiano incontrato l’usciere o un avventore che abbia voluto ammazzare il tempo con “tre spaesati” in libera uscita.

Giusto un attimo di ilarità prima di tornare al racconto dei nostri amministratori che ci deliziano ancora su come, lasciato quell’avventore incontrato per caso e spostatisi al Dipartimento della Protezione Civile, abbiano incassato il più grande “flop” della storia amministrativa della nostra città, imponendole una grave retrocessione rispetto a posizioni acquisite in merito alle Opere del Decreto Emergenza e accettando supinamente la realizzazione di un’area di soli 8.500 mq.

L’area, infatti, all’epoca fu ridotta a 8.500 mq. per consentire all’ANAS i lavori di ammodernamento dell’Autostrada. E venne dato il nulla osta per la realizzazione di un’area di sosta rimaneggiata a causa della maggior area in disponibilità per i lavori. Tale area ridotta, però, serviva per garantire il passaggio e la sosta delle merci nocive e pericolose, ai sensi del D.Lgs. 422/97. Per varie vicessitudini legate all’impresa appaltatrice fu realizzata in parte e oggi, secondo le indicazioni date alla Protezione Civile, potrà essere realizzata.

Peccato che nel 2011, a seguito di un serrato rapporto epistolare con il Dipartimento della Protezione Civile, la Regione Calabria ed il Prefetto, il Comune abbia adeguato il progetto alla dimensione originaria di 26.000 mq e con le indicazioni dell’Università Mediterranea e delle Organizzazioni di Categoria dell’Autotrasporto.

COLPA D’ALFREDO

“Stanti i vincoli imposti dal decreto emergenza” – riporta la delegazione – le varie proroghe richieste ed accordate e la mancanza di opere completate, allo stato non è stato possibile ottenere la proroga del termine di scadenza fissato nel 31.12.2017″. Ed è proprio questa l’affermazione più importante che i “tre” tentano di far passare inosservata.

La “delegazione” incassa l’affermazione in silenzio (forse sfregandosi le mani o forse incapace di replicare) e la riportano come se ad ascoltare ci fossero “ignoranti funzionali”, incapaci di analizzare quelle parole, tanto banali da essere disarmanti.

Le “varie proroghe richieste”, infatti, riguardano, prima di tutto, i vari prefetti che la Presidenza del Consiglio dei Ministri (cioè loro stessi) hanno delegato per l’attuazione delle opere che non sono mai state realizzate. Una colpa gravissima che adesso non può essere addebitata alla città che quelle opere le aspetta da oltre 16 anni.

Resta però il dubbio che la sindaca (e non solo lei) del Comune villese, in realtà non abbia sofferto più di tanto di fronte a tale notizia, poichè come dicono le solite “malelingue” l’associazione da ella presieduta è stata selezionata, insieme ad altre 4 associazioni, per ottenere un finanziamento di circa 150.000 € dalla Fondazione Matacena-Franza, che non sembra affatto dispiaciuta dell’esito finale del vacuo viaggio romano di Richichi & Co.

21/09/2017

di antonio morabito

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