VILLA, ELEZIONI: IL NUOVO ORDINE TRA SORRISI E INTIMIDAZIONE

munch-3Per lungo tempo abbiamo, la città ha, fatto finta di non capire, sperando e liquidando certe affermazioni piene di livore e violenza come elucubrazioni, parole in libertà, attribuite alla incapacità di reggere un confronto sul piano dialettico, dei contenuti, programmatico e, infine, anche politico.

Ci rendiamo, invece, conto che le affermazioni del capogruppo, Claudio Cama, rilasciate sui social network, rappresentano la subcultura di un pensiero che offende la democrazia, tentando di piegarla con la forza ai voleri di un manipolo di uomini che, non per meriti propri, ha conquistato il potere e intende mantenerlo con autorità (non con autorevolezza).

Oggi – secondo Cama – il nuovo ordine  “imposto”, passa attraverso il dileggio, la derisione, l’accusa gratuita, l’offesa e, ancora, la sopraffazione, per finire nell’asprezza di un linguaggio che deborda violenza, esprimendo giudizi di valore estranei alla realtà civile e democratica.

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QUEGLI 11 SERPENTI

camaQuello che la legge annovera tra i “Controlli sugli Organi” e rappresenta l’essenza della democrazia, viene definito «i killer dietro la siepe che aspettavano il loro sindaco per spararlo», che già dal linguaggio utilizzato dimostra il senso della violenza concettuale, la sintesi di un ragionamento incline al sopruso. Ma ancora più grave e pericoloso è il merito di una affermazione estranea alle regole democratiche.

Le dimissioni di 11 consiglieri comunali nel 2009, fu ed è una prerogativa prevista dalla legge, che impone a chiunque, maggioranza e minoranza, il dovere morale, l’obbligo di effettuare un “controllo sugli organi”, per garantire che l’amministrazione di un Ente non travalichi quella cura degli “interessi comuni” alla base di qualsiasi apparato pubblico, rischiando di scivolare nella tutela di interessi privati.

Dimentica, Cama, che tra quegli 11 consiglieri – che egli vede come «killer dietro la siepe» sette erano appartenuti ad una minoranza su cui, anche e forse soprattutto, incombeva l’obbligo del rispetto di quella Costituzione che rappresenta – come la definì Calamandrei – la “religione civile degli italiani”, difendendo la quale si dissolve qualsiasi concetto di maggioranza e minoranza per difendere i pubblici interessi.

LE MACCHINE BRUCIATE

urlo-di-homer-posters«Un paese non sereno» viene definito Villa San Giovanni – dove venivano «bruciate le macchine ai politici locali» e che – questo è il ragionamento – i cinque anni di La Valle hanno riportato all’ordine, un nuovo ordine costituito. E non si comprende se questo “ordine” sia venuto attraverso meccanismi virtuosi di governo, oppure occulti. E non è definito se questa sia una promessa o una minaccia, paventata nel caso dovesse prospettarsi una maggioranza diversa da quella attuale.

C’è poco da prendere sotto gamba. Queste sono affermazioni che se da un lato mettono paura, dall’altro sono ripugnanti e dovrebbero essere respinte al mittente da tutte le persone autenticamente democratiche.

Non avendo visto azioni di governo coerenti, autenticamente ancorate a principi di trasparenza ma legate al sotterfugio e al segreto, finendo per cercare di soffocare il dissenso, riducendolo al silenzio.

E’ un metodo di governo oggi ampiamente diffuso, che costituisce il modo attraverso cui molti – non solo Cama – intendono affrontare questa campagna elettorale dopo avere affrontato il governo della città, cui  ha corrisposto un dissenso fatto di azioni, non di affermazioni e che, dal “Parco dei Falchi” alla “sosta a pagamento”, dai “rifiuti” alla “gestione dell’acqua”, ha messo in luce come non serva il riconoscimento politico essendoci stato quello dei “Collegi Giudicanti”.

STATO CANAGLIA

messina_122054Persino il Commissario Prefettizio vine visto come espressione violenta e autoritaria di uno “Stato canaglia”, e non come organo di un potere necessario per ripristinare il “funzionamento degli organi” di una città che aveva cambiato percorso.

Neppure la “Commissione d’Accesso” che – Cama – dimentica essere giunta su richiesta del Sindaco sfiduciato e che ha accertato la bontà dell’azione, fino ad allora portata avanti dal sindaco e dal Consiglio. A meno che egli non voglia dire che l’azione della “Commissione d’Accesso” non sia stata “contaminata” da elementi di segretezza che non appaiono, perchè ciò significherebbe doversi appellare, come fece John Fitzgerald Kennedy, al popolo per chiedere aiuto e «far diventare l’uomo ciò per cui è nato: un essere libero e indipendente».

Riflettano bene, elettrici ed elettori, perchè la loro scelta porterebbe a  far cadere la città nelle mani di questo tipo di arroganza, che porterà personaggi come Cama a rappresentare un tipo di governo incapace di confrontarsi con le regole della democrazia, indipendentemente dalla collocazione o meno in lista che però, almeno, avrebbe una legittimazione pubblica e non il sotterfugio di amministrare, senza passare sotto le “forche caudine” del consenso popolare. E non certo per calcolo politico.

 

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