VILLA, “CASO MESSINA”: LA CONDANNA DEL PAPA E LE DIMISSIONI DELL’OIV

papa_francesco_bergoglio“Basta raccomandazioni che generano illegalità e corruzione”, E’ questo il monito lanciato da Papa Francesco, all’udienza odierna in Vaticano, davanti ad oltre 20 mila lavoratori del “Movimento cristiano lavoratori”, anticipando nei fatti una condanna che non ammette appelli di sorta, su una questione che riguarda Villa San Giovanni ma che accomuna troppe realtà.

Il “caso Messina” era scoppiato alla fine di novembre, quando la pubblicazione di una interrogazione parlamentare*, primo firmatario il sen. Francesco Molinari, aveva messo in luce alcune anomalie nell’affidamento di servizi, nella nomina dell’Organismo di Valutazione e nell’assunzione della moglie dell’Assessore alle Finanze dell’epoca, e oggi sindaco, Antonio Messina.

L’interrogazione traeva spunto da un esposto presentato alla Procura di Reggio Calabria e fece reagire in malo modo sindaco e maggioranza, mentre fu accolta tiepidamente dalla pattuglia del PD e dall’altro consigliere del gruppo “cittadini responsabili”, Silvia Lottero, a danno del consigliere comunale Massimo Morgante che fu accusato del “misfatto”.

LE DIMISSIONI

consiglioIn quella sede il sindaco attaccò: «come se le persone vicine a lui non avessero diritto a possibilità professionali»*, e replicò difendendo la legittimità degli atti compiuti dall’Ente che, di ora in ora, si arricchiscono di nuovi particolari e di nuovi capitoli che rendono sempre più chiaro come si stia per scoperchiare il verminaio, con una maggioranza che si sta dimostrando colpevolmente complice, mentre si apre un piccolo squarcio nelle coscienze dei consiglieri del PD. Lottero, ormai ex compagna di Morgante, non pervenuta.

Il 23 dicembre, nel corso di un ennesimo consiglio comunale che ha continuato a produrre atti come se nulla fosse, l’ennesimo “teatro buffo” messo in scena da un’Assemblea avvitata su se stessa, che approva atti e provvedimenti mentre intorno tutto frana. E anche la richiesta di far dimettere l’O.I.V., proposta formalizzata dal PD, sembra passare inosservata.

Messina, non fornì alcun chiarimento, continuando ad attaccare Morgante e il pubblico, nel silenzio generale e, soprattutto, del presidente del consiglio comunale che fornì la prova regina della sua inadeguatezza. Il sindaco incalzò, affermando che il Comune provvederà a revocare l’affidamento alla società che effettua le “segnalazioni qualificate” per l’Agenzia delle Entrate, ma addebitando a Morgante la responsabilità per i maggiori costi e così dimostrando di non avere capito molto della vicenda.

Fino al 9 gennaio del nuovo anno quando, inaspettatamente, viene convocata una conferenza stampa, nella quale, il dott. Vincenzo Cuzzola, rassegna le proprie dimissioni da O.I.V. affermando che non vi è alcuna incompatibilità ma quelle dimissioni vanno lette come un gesto per non danneggiare la propria azienda e facendo esultare i tre consiglieri del PD, i quali si ascrivono subito il merito.

EST MODUS IN REBUS

primo firmatario
sen. Fransceco Molinari

Si, c’è una misura nelle cose, sembra voler dire la replica del Senatore Molinari, primo firmatario della interrogazione parlamentare: il dott. Vincenzo Cuzzola – dice Molinari – si sarebbe dimesso il giorno dopo in cui, la Procura della Repubblica, ha ordinato al Comune di Villa San Giovanni di esibire gli atti, così determinando la figura barbina dello stesso Cuzzola, del sindaco e del PD che si era affannato ad ascriversi il merito delle dimissioni di Cuzzola, ma anche attestando l’apertura di un fascicolo presso gli Uffici giudiziari.

Non manca, Il Sen. Molinari, nel ringraziare Cuzzola per il “nobile gesto”, di sottolineare come, nella prolusione tecnicamente forbita, in sede di conferenza stampa abbia omesso qualsiasi riferimento alla coniuge del sindaco, alla dubbia connessione circa le date e a molte altre domande che confermano l’opportunità di più seri approfondimenti.

Così come, sottolinea lo stesso parlamentare che nella vita svolge la professione di avvocato, non sfuggirà che la vicenda, grazie alle dichiarazioni espresse in conferenza stampa, si è arricchita di un nuovo capitolo. E, infatti, mentre le determine di affidamento riportano che il Comune «non dispone nel proprio organico di personale qualificato e formato che consenta di poter(la) attuare direttamenta…»(le segnalazioni qualificate NdA),in conferenza stampa il sindaco – riporta la stampa – avrebbe dichiarato che «Abbiamo formato i nostri dipendenti ma dal 2011 al 2013 le segnalazioni all’Agenzia delle Entrate sono state pari a zero..».

UN NUOVO FILONE

cantone
Raffaele Cantone

«Brucia la città» – canta Irene Grandi – ma “il principe di cartone” non se ne avvede e va avanti per la sua  strada, incurante del fatto che gli atti compiuti dal “suo” Comune vanno esattamente nella direzione della conferma di una situazione odiosa, aggravata ulteriormente dall’emersione, in queste ore, di altre vicende e di atti pubblicati all’indomani della interrogazione parlamentare.

Il 2 dicembre 2015, a pochi giorni dall’interrogazione parlamentare (27 novembre), la Giunta Municipale adotta una delibera (N. 173) con la quale si da indirizzo agli Uffici di acquisire i preventivi prima dell’affidamento dei servizi, nonostante il 9 gennaio successivo il sindaco continui a dichiarare la totale liceità degli affidamenti all’azienda di Cuzzola.

E se Cuzzola, invece, si fosse dimesso anche per riparare alla possibilità che egli venga anche chiamato a rispondere per la violazione del dovere di diligenza nei confronti dell’azienda di cui è amministratore?

Su questo e sulle responsabilità individuali dovremo attendere le decisioni della magistratura e dell’ANAC, mentre un nuovo squarcio, nel modo in cui viene guidato il Comune, si va scorgendo e vede come protagonista sempre il dirigente del settore finanze del Comune.

La vicenda è quella della nomina di 9 professionalità nell’Ufficio di Staff, la cui delibera prescrive, ai sensi dell’art. 41, comma 2, del D.L. 66/2014, l’attestazione che il Comune sia in regola con i pagamenti dei fornitori. Come in realtà è stato poichè, nella delibera n. 92 del 12 agosto 2015, viene dato atto che «nell’anno 2014 questo ente ha rispettato i tempi medi di pagamento giusta attestazione del responsabile del Settore Finanziario».

Secondo il disposto, i tempi di pagamento avrebbero dovuto essere 90 giorni per il 2014 e 60 giorni per il 2015, ma a smentire l’attestazione del dirigente interviene la relazione del Revisore dei Conti, dott. Aurelio Miriello il quale, nel Parere al Bilancio di previsione 2015, prot. n. 0014238 del 29/07/2015, attesta che «Dalla verifica della corretta attuazione delle misure state rilevate le seguenti irregolarità: sforamento del tempo max previsto per il periodo 01.01.2015 — 30.06.2015 il cui indicatore è pari a 136,86.11 mancato rispetto dei termini di pagamento è stato motivato dalla mancanza di liquidità….»

Orbene, se è vero che con sentenza n. 272/2015 del 30 Dicembre 2015 (in pratica ieri), la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il comma 2 dell’art. 41 del D.L. 66/2014, le assunzioni nello staff rimarebbero intatte ma in forza di un atto illecito derivante dalla materiale falsità dell’attestazione del Dirigente che, in atti, avrebbe tentato di dissimulare il vero.

Il tutto mentre un’altra comunicazione alla Procura della Repubblica avrebbe messo in luce altre vicende legate allo Staff del Sindaco in servizio presso i Servizi Sociali.

FALSI PROFETI, NO GRAZIE!

massimo_morganteOggi, alla luce delle parole del Santo Padre, anche i pochi lanzichenecchi rimasti rischiano di essere considerati degli eretici, perchè un buon cattolico deve – come dice Bergoglio, «educare a percorrere la strada luminosa e impegnativa dell’onestà», rifuggendo dalle promesse – che pure sono state fatte – e dalle scorciatoie dei favoritismi per offrire e garantire a tutti pari opportunità.

La strada della legalità è un’opportunità che si apre, che può essere colta e diventare un richiamo per riunire quei valori rimasti orfani di gruppi e partiti politici coinvolti nella bolgia infernale di un affarismo-liberismo che ha distrutto lo stato sociale, promettendo migliori servizi a costi ridotti e che, invece, ha lasciato servizi distrutti e aumentato i costi.

Esattamente come avvenuto a Villa san Giovanni, dove la tassazione locale è aumentata dell’82% in un paio di anni e la qualità dei servizi da terzo mondo, mentre i controlli fiscali – come quello di cui stiamo trattando – sono diventati più stringenti e non è detto che non siano mirati.

La strada è questa, non quella della primogenitura sulla quale non c’è alcun dubbio, anche perchè se solo avesse voluto, il PD villese, avrebbe potuto impegnarsi e controllare gli atti, piuttosto che perdersi in inutili quanto vuoti osservatori. E su questa strada a noi piacerebbe incontrarlo il PD, insieme a quel “mondo di sotto” che non ha padrini e non vuole avere padroni ma che ora sente il peso di quel “mondo di mezzo” di affaristi e burattinai che, smessa la propaganda, hanno trovato la loro lauta ricompensa.

SUL “CASO MESSINA:
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** cliccare per andare al link dell’articolo

di antonio morabito

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