VILLA: Al Comune sembra partito l’assalto alla diligenza

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Sembra tutto un lavoro fatto di lacrime e sacrifici, per soddisfare quella che è una esigenza reale di questa città, che da tempo richiede l’istituzione di un servizio ambulanze del 118 per Villa San Giovanni che [noi] abbiamo insegnato essere una città di circa 100.000 abitanti e non di poco più di 13.000. Solo che la città di 100.000 abitanti lo è sempre, non solo quando serve per battere cassa o questuare servizi che spettano per diritto e rango.

Sicchè dopo essere stato in religioso silenzio 5 anni, il sindaco “novissimo”, Antonio Messina e, soprattutto, la presidente del consiglio comunale, Patrizia Liberto, avendo ricevuto un’articolata interrogazione del Gruppo “Cittadini Responsabili” sul perchè e che fine abbia fatto la “Convenzione” stipulata con l’ASP5 che prevedeva “anche” l’istituzione del Punto di Emergenza Territoriale, decidevano di incontrare un’associazione “privata” che, già nel 2013, si era vista bocciare dal TAR un ricorso contro la procedura di gara indetta per la gestione del 118.

Non entriamo nel merito della vicenda, visto che il nostro punto di vista non collima esattamente con la “privatizzazione” di molti servizi (e tra questi la sanità). Purtuttavia va evidenziata l’irritualità, nella forma e nella sostanza, di una iniziativa che serve solamente a scialacquare risorse pubbliche che, irresponsabilmente, qualcuno aveva detto che avremmo risparmiato.

L’ACCORDO CON L’ASP

La "firma" dello storico accordo con l'ASP
La “firma” dello storico accordo con l’ASP

Sull’accordo siglato il 5 aprile 2011 è stato  ormai detto tutto e solo imbecilli e in mala fede possono trovare giustificazioni (ehh ma non si può fare….ehh ma l’ambulanza sarebbe troppo vicina a reggio e scilla….ehhh….e basta!).

L’unica verità è che un accordo sottoscritto tra pubbliche amministrazioni è regolato dall’art. 15 della L.241/90  (Anche al di fuori delle ipotesi previste dall’articolo 14, le amministrazioni pubbliche possono sempre concludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune), soggetto alla giurisdizione del giudice amministrativo.

Vale a dire che l’inadempimento (o il mancato adempimento) da parte di uno dei contraenti, avrebbe dovuto indurre l’altro a insistere e, successivamente, a recedere dall’accordo, facendo istanza al giudice amministrativo anche per la quantificazione del danno.

I fatti sono noti: l’ASP 5 riceve dal Comune di Villa San Giovanni, a titolo gratuito, la concessione in uso dei locali siti in via Belluccio (ex carcere), nel frattempo ristrutturati ed adibiti in parte ad archivio comunale e in parte a sede Intercomunale di Protezione Civile, autorizzata dalla Regione Calabria e dal Dipartimento Nazionale; l’ASP5 riconosceva al Comune una porzione dei locali seminterrati di via Zanotti Bianco, da utilizzare per l’archivio e trasferiva i locali della Protezione Civile a Ferrito, nell’ex scuola che, secondo le “Linee Guida” emanate dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile non erano a norma.

L’Asp, otretutto, si impegnava a trasferire i propri Uffici dalla sede (privata) di via Zanotti Bianco e dagli alloggi di emergenza di via Solferino nel frattempo diventati, come per magia, Uffici e si impegnava a introdurre una serie di servizi, a titolo gratuito, in favore del comprensorio e, tra questi, l’istituzione di un Punto di Emergenza  Territoriale che prevede una dotazione minima di una ambulanza di tipo A) o automedica di tipo A) e dal personale per ogni turno, compreso un medico, oltre alle attrezzature espressamente indicate e alle specifiche strutturali per la postazione.

ACCORDO A PERDERE

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Il presidente del consiglio comunale

Nonostante siano almeno 3 anni che solleviamo il problema, con l’elezione della nuova Giunta  e del nuovo Sindaco, una volta ricevuta l’interrogazione scritta del Gruppo “Cittadini Responsabili”, pensando di nascondere  il pasticcio, presidente del consiglio e sindaco diventano “talent scout” e ricevono la “manifestazione di interesse” di una associazione privata ad espletare il servizio, previo  pagamento di un corrispettivo.

Non è quello il punto! Il sindaco e il presidente del consiglio, così come gli assessori e, infine, ogni amministratore, deve avere ben a mente che le risosrse economiche pubbliche non fanno parte del loro sistema economico personale, per cui l’impegno di spesa deve essere utilizzato per raggiungere fini pubblici secondo criteri di economicità, di efficacia, di imparzialità, di pubblicità, di trasparenza e di legalità.

Orbene, prima di avviare qualsiasi procedimento ulteriore, in questi anni l’Amministrazione ha provveduto a revocare la “Convenzione” con l’ASP5, cioè ad avviare un altro procedimento amministrativo di annullamento e revoca? Ha proceduto ad avviare la richiesta di risarcimento? Ha provveduto a rivolgersi al Tribunale Amministrativo Regionale? 

Oppure si pensa e ritiene che gli atti pubblici, i procedimenti, che si concludono con atti pubblici, si fanno e si disfano a piacimento, senza dar conto delle ragioni giuridiche che li hanno determinati? Oppure si ritiene che i soldi delle finanze pubbliche provengano da chissà quali entità aliene e non siano, invece, frutto di tasse, balzelli e tributi che in questi giorni stanno arrivando a frotte ai contribuenti villesi?

PRESIDENTE CI CONSENTA

La figura del presidente del consiglio comunale, è una figura istituzionale, terza, slegata dall’amministrazione comunale perchè slegato è il consiglio. Egli rappresenta l’intera Assemblea Civica in tutte le sue componenti ed è il primo garante del rispetto delle regole statutarie e regolamentari.

Ha una funzione “alta” il presidente del consiglio che, proprio per questo, non è soggetta alla possibilità di revoca se non quando perde quella funzione “terza”, di imparzialità formale e sostanziale che lo degrada a livello di fazione, di parte che scende in campo non per esprimere una opinione ma per schierarsi in favore di una delle parti in campo.

Ora ha capito, signora presidente, che la sua iniziativa l’annovera tra le parti in campo; ha capito che l’aver intrapreso, fuori dalle sue funzioni e prerogative e, soprattutto, fuori da quella Assemblea Alta che l’ha voluta a capo, l’iniziativa di convocare, discutere, sentire altri sul tema che qui si dibatte, la porta a squalificarsi nella sua funzione e ad abdicare al ruolo di garanzia del rispetto dei principi di legalità, di imparzialità, di trasparenza, di buon andamento che il legislatore ha fissato?

Se non ha capito questo, continuare a discutere è inutile!

di antonello morabito

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