VICENDA “AREA DI SOSTA”, IDENTIFICATO IL PRIMO TELEFONISTA

A seguito di lunghi e laboriosi accertamenti, volti a scovare il primo telefonista che avrebbe indotto e guidato la sindaca a far saltare l’accordo per l’approvazione di un documento unitario sulla questione dell’Area di Sosta” in località Castelluccio, è stato finalmente individuato ed ha un nome e cognome. E da qui che nasce il risentimento della maggioranza che ha poi determinato l’ingiusto,  biasimevole e proditorio attacco contro il consigliere comunale, Mimmo Aragona.

Con l’individuazione del telefonista (il primo) si chiude così un parte della vicenda che aveva subito fatto gridare allo scandalo non solo il pubblico presente in consiglio comunale ma che aveva indotto tutti i corrispondenti della stampa a riportare il basso profilo mostrato dalla maggioranza, su una questione estremamente importante per la salute dei cittadini e per lo sviluppo economico della Comunità.

Adesso, tuttavia, un altro tassello del puzzle sembra essere stato aggiunto all’incomprensibile condotta della sindaca ff, Maria Grazia Richichi e della maggioranza, che è dovuta intervenire ben tre volte per smentire una condotta plasticamente emersa in seno alla Civica Assemblea.

Sarebbe stato, infatti, Rocco Cassone, già sindaco della città, ad imboccare l’attuale Capo dell’Esecutivo con cui è stata costantemente in contatto durante l’importante riunione del Consiglio.

NON E’ LA RAI

Con l’individuazione di Cassone, in fondo, arriva la prima risposta alle domande che molti si erano posti  durante l’evolversi degli eventi, senza riuscire a capire certi comportamenti, sebbene fosse chiaro da subito che una “voce” estranea a quell’aula stesse teleguidando il comportamento, cui parte della maggioranza ignara è sembrata doversi allineare.

In effetti dalle mezze frasi carpite e dall’assurda conduzione del Consiglio Comunale, è parso di assistere alla registrazione di una puntata di “non è la Rai”, il famigerato programma condotto da Ambra Angiolini, teleguidata da Gianni Boncompagni, recentemente scomparso.

Cassone, già sindaco di questa città, è in fondo il primo responsabile politico del Decreto Emergenza Ambientale ed il primo responsabile della scelta, poi adottata dalla Prefettura, della proposta di realizzare il “polmone” di 8.500 metriquadri che solo nel 2011, la Protezione Civile, riconosceva come poco utile, approvando l’estensione ed il nuovo progetto derivante dall’area lasciata libera dall’ANAS dopo la conclusione dei lavori per l’ammoodernamento autostradale.

VIVI APPLAUSI

Secondo voci accreditate, Cassone avrebbe anche provveduto ad intercedere con la Richichi per la stipula della “transazione” per l’ultimazione del “molo di sottoflutto”, sulle cui modalità sembra stia sorgendo più di un dubbio e che, pare, sia stato già sottoposto alla valutazione della locale Procura della Repubblica.

Quella stessa “transazione” che avrebbe ottenuto – secondo le dichiarazioni della sindaca ff, Maria Grazia Richichi – l’entusiasta placet della Protezione Civile Nazionale ma che ora sembra aver provocato diverse reazioni.

SE C’ERO DORMIVO

Dapprima il tentativo di negare la possibilità di mettere ai voti la deliberazione proposta da Mimmo Aragona da parte del Presidente del Consiglio Comunale e successivamente con l’assessore “tecnico” D’Agostino che smentendo i Vigili del Fuoco, dichiarava l’inutilità “giuridica” e “amministrativa” della proposta di deliberazione e mentre il Consigliere Imbesi si rivolgeva alla minoranza con frasi ingiuriose e irriguardose, la minoranza continuava a insistere su una proposta che intendeva (e intende) difendere la città.

Col passare dei minuti era sempre più chiara la volontà di “buttarla in caciara”, da parte di una maggioranza la cui sensibilità è dimostrata dalla mancata previsione, nell’ordine dl giorno, di un punto vitale per la sopravvivenza di questa città.

Fintanto che il consigliere, Mimmo Aragona, con l’autorevolezza di chi ha alle spalle una storia politica che nessun altro in questa città può vantare, è intervenuto per mettere fine gretto tentativo di “tirare per la giacca” esponenti della minoranza e zittire l’arroganza di una maggioranza che non ha esitato, nei giorni successivi, a mettere in bocca al proprio capogruppo affermazioni diverse da quelle che hanno accompagnato il voto in aula e verificabili dal verbale.

Ora, in parte, sappiamo il perchè anche se è caccia agli altri telefonisti.

03/10/2017

di antonio morabito

error: Content is protected !!
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: