Variante Cannitello: La “Mascheratura”

Questa città è ormai al paradosso: c’è un’amministrazione che miete fallimenti su fallimenti, che non è stata in grado di realizzare un solo provvedimento che avesse caratteristiche tali da poter essere inserito nell’ambito di un progetto complessivo, di una visione ampia e strategica, in modo che anche un cittadino di media intelligenza potesse dire: presto godremo della città turistica, commerciale, culturale, dei trasporti. Insomma in grado di far comprendere quale fosse l’anima di questa città e l’orizzonte cui si ispirava (perché ormai è finita) questa Amministrazione.

Già, il paradosso! Il paradosso è che ora questa Amministrazione pretende pure di convincere la città di essere lei la vittima e di indicare, quali carnefici, coloro i quali non hanno criticato qualità personali ma provvedimenti amministrativi. Cioè fatti politici.

la mascheratura della variante di Cannitello
la mascheratura della variante di Cannitello

Allora la domanda è: noi siamo ormai consumati detrattori di questo modo di interpretare il governo di una città, lo ammettiamo, ma c’è una persona, una sola e che non abbia ricevuto prebende da questa amministrazione o che sia amica o parente di uno degli amministratori, in grado di indicarci un solo provvedimento adottato con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei residenti, ovvero un solo provvedimento in grado di fare immaginare un futuro a chi è disoccupato, o per contenere le tasse per le famiglie o qualsiasi altra cosa in grado di dare una sola speranza?

Possibilmente senza la litania di quello che è stato nel passato. Primo perché il passato più o meno recente siede insieme a questa maggioranza e, poi, perché lungi da noi l’idea di poter difendere un passato che rappresenta l’odierna continuità.

Sarebbe, però, un’offesa all’intelligenza di tutti coloro godono del dono della memoria, omettere che, ancora oggi – con tutti gli errori che gli si possano attribuire – l’unico progetto strategico vero per questa città risale agli anni 88/92, con i sindaci Aragona e Santoro (Giovanni), le cui risorse economiche aspettano ancora di essere spese.

Certo, il Ponte sullo Stretto, quella illusoria fantomatica opera di cui restano evidenti ed indelebili segni e che avrebbe dovuto dare ricchezza ed occupazione a orde di operai per 7/8 anni. E poi? E’ questo il disegno di prospettiva, di sviluppo, di ricchezza che si voleva offrire?

nei 3 riquadriin basso i particolari del lungomare che non si farà
nei 3 riquadriin basso i particolari del lungomare che non si farà

Il ponte non si farà e non si farà il lungomare, i cui lavori avrebbero dovuto iniziare a gennaio 2012, come lo stesso Ciucci annuncia nel filmato pur sapendo che solo un mese dopo la Stretto di Messina sarebbe rimasta senza un euro in cassa. Ovviamente per volontà dello stesso Governo Berlusconi. E questa è una cosa che va detta, una volta per tutte: a bloccare il Ponte sullo Stretto non sono stati né ambientalisti integralisti, né la sinistra del “no” a tutto e, tantomeno, il Governo Monti ma il Governo Berlusconi!

Il perché non è legato solo a questioni economiche ma all’insostenibilità tecnico-progettuale, semplicemente perché sarebbe stato arduo progettare un ponte stradale e ferroviario su cui non poter far passare sopra il treno. Tant’è che mentre il ponte è stato progettato, non sono stati progettati i raccordi ferroviari di collegamento. Bene, e allora perché abbiamo realizzato una variante ferroviaria che dovrebbe essere ribattezzata, ad imperitura memoria, la “Variante di La Valle”?

Almeno traiamo l’utilità di poter riconvertire quell’indecorosa opera, inaugurando un singolare tema turistico da sfruttare, organizzando delle visite guidate al museo dello scempio amministrativo, da allestire dentro “La Galleria degli Orrori”.

30 giugno 2013

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