Rimborsopoli: La sera andavamo a “Le Macine” ma il peggio deve ancora venire?

luigi-fedeleNon si scompone, Fedele, quando i PM gli chiedono di quei 42.700 euro di spese al ristorante “Le Macine” che, per per pura coincidenza, è di proprietà del figlio Diego: «perché io ogni mese … quasi ogni mese e forse più di ogni mese organizzavo sempre lì degli incontri con una serie di persone». E in buona sostanza, non dovendo – secondo loro – dimostrare nulla, si poteva organizzare una riunione conviviale per festeggiare un compleanno, un onomastico o qualsiasi altra ricorrenza e, nell’occasione, bastava dire che qualcuno avesse fatto una domanda su uno dei Consiglieri appartenenti al Gruppo, per farla diventare un’attività del Gruppo e quindi soggetta a rimborso.

Lo stesso per i viaggi, pagati anche ai collaboratori – da loro stessi definiti storici – e per i quali a quelle date (es. 29 e 30 dicembre 2011) non è stato possibile rinvenire alcuna attività riconducibile al gruppo (specie a capodanno): «si’ ma» – risponde Fedele – «…perché tra l’altro è una mia collaboratrice storica questa» annotano i magistrati.

A rileggere i dati riportati nell’Ordinanza di richiesta di applicazione di misure cautelari, firmata dal G.I.P., c’è da rimanere senza fiato; a rileggere quei report si prova una vergogna profonda, la dimostrazione evidente che certa politica è in larga parte condotta senza contegno, senza morale, senza il benchè minimo rispetto del ruolo ricoperto. Con la complicità silente dell’altra metà.

E’ un’opera certosina quella condotta dai magistrati che attraverso l’analisi dei dati, delle singole fatture, ricevute, scontrini raggiunge un obiettivo più ampio: quello di interrompere (si spera) quelle pratiche di ostentazione, di opulenza, di ricchezza che equivale a dimostrazione di potere.

Quella odiosa pratica che tanto affascina i Calabresi e gli Italiani (non solo quelli medi) che accecati dalla possibilità di trarne anche il minimo profitto, sono pronti a ridare fiducia a uomini che non meriterebbero di svolgere nemmeno una professione a carattere privato.

CADUTI DAL PERO

Dice bene il Presidente della Giunta Regionale, Mario Oliverio che, entro oggi, ha dichiarato varerà una Giunta Regionale con soggetti “che mai hanno avuto responsabilità di governo”. E dice bene anche il Vice Segretario Nazionale del PD, Lorenzo Guerini, che afferma come «L’inchiesta della magistratura delinea in Calabria una situazione grave».

Ancora meglio fa Angela Napoli, consulente della Commissione Parlamentare Antimafia ed ex Deputato, quando afferma che la responsabilità è di chi da’ incarichi di governo a coloro che sanno già essere sottoposti ad inchieste giudiziarie e di chi nei dei partiti di appartenenza difende gli “indifendibili”.

gueroliverioAncora di più fanno i magistrati che dalle pagine dell’Ordinanza che ha mandato in subbuglio la Regione Calabria, scrivono che la gestione dei fondi da parte di Giovanni BILARDI, così come di Nino De Gaetano e Luigi Fedele, “appare connotata da gravi abusi contrari ai più elementari canoni di correttezza ed etica pubblica che dovrebbero ispirare il comportamento di un uomo delle istituzioni che amministra denaro pubblico” e che – per quanto attiene a Fedele – “nella sua gestione si coglie con immediata evidenza la distanza siderale tra azione politica ed etica pubblica, tra una concezione della politica come mero esercizio del potere piuttosto che come servizio nell’interesse del bene comune e quindi della collettività”.

LA SFIDA PIU’ ALTA

arrestato-manetteR400Non hanno di fronte magistrati, i politici sottoposti ad indagine, ma uomini appartenenti al loro stesso rango, anzi esseri inferiori, perchè loro, i politici, hanno dalla loro parte il consenso popolare. Motivo per il quale possono assumere un’aria di sufficienza all’incalzare delle domande di uomini inferiori, quali sono coloro che li interrogano.

Invece si sono accorti che di fronte hanno un potere indipendente, hanno una funzione alta che la politica, questa politica, ha tentato (e in minima parte ci è riuscita) a trascinare al proprio livello, perchè il delirio d’onnipotenza li ha spesso portati a piegarne alcuni, a renderli innocui, infangando quelli che sono morti nell’esercizio della professione in cui credevano e quelli che rinunciando alla propria vita familiare e di relazione, continuano a crederci.

Loro, invece, i politici, questi politici, non dovevano dar conto di niente: 2,5 mln di euro volati via (quelli accertati sino ad ora) persino per rimborsarsi un caffè, un gelato, come il Consigliere Giovanni Nucera che – probabilmente per errore – oltre che dal Gruppo si faceva rimborsare anche dal Consiglio Regionale.

COSI’ FAN TUTTI

De-GaetanoI magistrati non combattono una guerra di religione, sono semplicemente preposti all’applicazione delle leggi che fanno i politici. I politici tutti: quelli che le leggi le violano e quelli che le lasciano violare. E dentro ci sono tutti: da Oliviero a Guerini, sebbene ciascuno con responsabilità e intensità sostanzialmente differenti.

Oliviero sapeva bene che De Gaetano era un politico chiacchierato, così come lo sapeva Guerini e anche la Napoli che dalla Bindi è stata chiamata quale consulente della Commissione Parlamentare Antimafia.

Guerini e Oliverio, però, più degli altri, hanno la responsabilità piena di essere stati al centro della bufera all’atto della nomina, in Giunta, di De Gaetano, Ciconte, Guccione e del Presidente del Consiglio Scalzo. Li hanno difesi perchè difendendo loro hanno difeso i loro accordi elettorali, di cui le nomine sono la naturale evoluzione, ben sapendo che ad alcuni di essi, compresi Fedele e Bilardi (NCD) venivano contestate cifre che moltissimi calabresi non vedranno nemmeno in 15 anni di attività lavorativa.

giudice_leggeAllora è vero, come dice Guerini, che la magistratura ha messo in luce una grave situazione in Calabria, che sembra più una presa d’atto (ci hanno scoperto) di una situazione in cui tutti, da almeno 10 anni, sapevano ma nessuno parlava e anzi, si rinunciava alla “rottamazione” per paura di perdere le rendite di posizione.

Oggi non sappiamo se la soluzione possano essere nuove elezioni ma sappiamo certamente che Oliverio non può pensare di lavare le sue colpe presentando una nuova Giunta con persone che non hanno mai avuto responsabilità di Governo. Perchè oltre le sue, di colpe, questa scelta non laverà le responsabilità di un Consiglio Regionale delegittimato che, come se stesse aspettando un terremoto del genere, non ha ancora preso a funzionare.

 

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