RIFIUTI: RISPONDONO DI DANNO ERARIALE GLI AMMINISTRATORI CHE NON RISPETTANO I TETTI DI DIFFERENZIATA FISSATI DALLE NORME.

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Così come i cittadini sono obbligati a rispettare le norme che impongono il pagamento delle quote per il “ciclo integrato dei rifiuti”, così gli Amministratori sono obbligati a rispettare i termini ed i tetti percentuali fissati dalla legge per la raccolta differenziata dei rifiuti.

Lo ha stabilito la Sezione Giurisdizionale della Liguria, della Corte dei Conti, con la recentissima sentenza n. 83/2013 con la quale ha condannato gli amministratori di un Comune al risarcimento, in  favore dell’Ente, di una somma pari a circa 200.000,00 euro, per avere omesso di attuare le misure necessarie a garantire una raccolta differenziata nei termini e nelle percentuali stabiliti dalle norme. (scarica la sentenza)

Già il “Decreto Ronchi” aveva stabilito le scadenze e le percentuali minime  che i Comuni avrebbero raggiungere, anche trasformando la vecchia Tassa sui rifiuti in Tariffa. Poi, come succede sempre in Italia, dal 1997 si è andati avanti di proroga in proroga. Metodo, questo, ribadito con l’entrata in vigore del D.Lgs. 152/2006 che fissava nel 35% la quota di differenziata da raggiungere nel 2006, il 45% nel 2008 ed il 60% nel 2012.

Inevitabile il risparmio per i cittadini per la notevole riduzione delle quantità di rifiuto conferito in discarica, dal momento che una tonnellata di rifiuti, nel mercato attuale, costa ai Comuni qualcosa come circa 150 euro.

stor_10585827_55500Un dato che non dice molto se non si snocciolano altre cifre. Per esempio la quantità di rifiuto pro-capite prodotto, che si attesta intorno a 500 kg e che, per un Comune di circa 15.000 abitanti fa, orientativamente, 7.500 ton/anno, pari a oltre un milione di euro per i cittadini.

Si, per i cittadini, perché il D.L. 201/2011, che ha introdotto la TARES, non solo ha sottratto ai Comuni la possibilità di coprire “solo” una percentuale del costo del ciclo integrato dei rifiuti (che ora deve coprire i costi dell’intero servizio) ma ha aggiunto anche un contributo per i servizi indivisibili.

Inevitabile il salasso, soprattutto per i cittadini di quei Comuni che non espletavano la raccolta differenziata e che si sono visti recapitare “avvisi di pagamento” più che raddoppiati.

8ea6e5f2dd5b9d7458671b3ced7ea9da40In buona sostanza, l’inerzia degli amministratori viene fatta pagare ai cittadini e poco importa se per dolo, colpa o più biechi interessi non sia stato dato avvio alla raccolta differenziata, perché comunque a pagare sarebbe stato sempre “Pantalone”. Almeno fintanto che i giudici contabili liguri non hanno trovato il coraggio di rendere effettivo il principio di uguaglianza di tutti i cittadini, condannando gli amministratori che non rispettano le regole.

Se tale coraggio venisse trovato anche dai magistrati contabili calabresi, c’è da scommettere che un esercito infinito di amministratori farebbe istanza per almeno un decennio “sabbatico” dalla politica.

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