POSTUMI ELETTORALI: QUARANTAQUATTRO GATTI IN FILA PER SEI

elezioni_regionali_calabria10

Hanno vinto loro. Ma loro chi? Tutti. Tutti quelli che correvano. I candidati e i loro amici, quelli che hanno avuto promesso un posto, un obolo, un incarico. Insomma, tutti, anche i non eletti. Soprattutto quelli che, politologi per vocazione, un minuto dopo aver conosciuto il risultato sono rimasti in silenzio, colpiti dalla “sindrome del burnout”.

Siamo costretti, dunque, a “far da noi”, col rischio di procurare qualche mal di pancia. E Intanto chiariamo che il 54,04% che si è recato alle urne, è un elettorato “motivato”, alla ricerca di qualcosa, alcuni di un progetto politico, altri, più semplicemente, intenti a difendere i propri privilegi, qualche prebenda oppure una consulenza. E in campagna elettorale una consulenza non la si nega a nessuno.

STRANO E STRANIERO

ELEZIONI 2013: SEGGI ELETTORALI A ROMANella città multietnica che ha fatto della diversità la propria ricchezza, se anche un politico “straniero” non ci ha calcolato per 5 anni….che importa: anche lui ha il diritto di farsi offendere e dunque, votiamolo.

Se il voto non fosse segreto, occorrerebbe prendere gli elettori e mandarli in analisi dal più bravo “strizzacervelli” del globo, per capire come, l’ex assessore regionale ai trasporti (marittimi), e via via scendendo, abbia totalizzato 565 voti ed il Nuovo Centro Destra 809 preferenze, dopo tutti i disastri provocati in questi anni. Dentro e fuori dalla città.

COSA SAREBBE SUCCESSO

benvenuti al sudSe non ci fosse stato “Benvenuti al Sud”, in questi anni la città sarebbe stata in balìa della maggioranza e di un trasversalismo strisciante che, attraverso lo scambio di favori, a mani basse avrebbe spento ogni flebile speranza.

Lo hanno capito bene i “gestori del sistema” che, nell’adottare le contromisure, non hanno tenuto conto – come diceva Abramo Lincoln – che “Si può ingannare tutte le persone una volta, si può ingannare una persona tutte le volte ma non si possono ingannare tutte le persone tutte le volte”.

Ora, è vero che noi non siamo la “verità rivelata”, ma solo un gruppo di persone che si affida ai fatti, che legge le carte, che studia, s’informa non per “sentito dire” o …perché lo ha detto il giornale ed altre amenità, tant’è che non solo i fatti sono stati confermati da sentenze ma nessuno ci ha mai contestato.

PRIMO, LA TRASPARENZA

Dalla questione “Parco dei Falchi”, alle “magiche notti da pianobar”; dalla vergogna della Variante, all’orto botanico, ai lavori dell’A3, alle Aree di Servizio, al Giudice di Pace, all’abbattimento delle barriere architettoniche, alle spese per pranzi e cene di rappresentanza, al ripascimento, al porticciolo, all’Autoporto, ai parcheggi a pagamento, alla raccolta differenziata. Insomma chi più ne ha più ne metta.

Tutte vicende, queste, che riconducono ad una sola parola: trasparenza. Che è, come afferma l’Autorità Nazionale Anticorruzione, il primo presidio di legalità e di garanzia per i cittadini ed il primo antidoto per combattere la corruzione.

"Venti di cambiamenti", il ricordo di Don Peppino DianaQualcuno può dire, in tutta coscienza, che siamo di fronte ad attività trasparenti?

DALLA PROTESTA ALLA PROPOSTA

E’ larga la convinzione che “Benvenuti al Sud” sia solo “protesta” e questo deriva non da una volontà del Movimento ma dalla sapiente disinformazione dei “gestori del sistema” che preferiscono la delazione al confronto. Pubblico!

Noi non daremo vantaggi agli avversari, in debito di idee e di proposte. Il confronto, che sino ad oggi ci è stato negato, lo avremo quando sarà la ricerca del consenso a mettere di fronte le varie compagini che si giocheranno il futuro governo della città.

L’unica cosa certa, è che di fronte ai progetti di sviluppo, quelli che portano occupazione vera (e non loculi dentro un improbabile centro commerciale), con tanto di parametri come chiede l’U.E., ha fatto scattare invidia e la gelosia. Ed, infatti, ha provocato sconquassi.

parte del progetto di "Bennvenutial Sud"
parte del progetto di “Bennvenutial Sud”

La politica è una cosa seria ed ancora più serio è il Governo delle città. Ma se governare una città significa sistemare qualche marciapiede o trarne profitto personale o asfaltare (?) quattro strade oppure consumare territorio realizzando palazzi o fare clientela estorcendo od offrendo qualche posto di lavoro, allora noi non diventeremo mai una città

Sapevatelo!

error: Content is protected !!
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: