PALAZZO COMUNALE: IL PORTO DELLE NEBBIE

Come in un film drammatico
Come in un film drammatico

Cosa succede ai mercatali ed al mercato di Villa rinominato “di Cannitello”? E che fine ha fatto la centrale area di sosta che avrebbe dovuto ospitarlo? E il quartiere di Piale? Non bastavano i patimenti subiti? E sulle Aree di Servizio, perché non si vuole raccontare la verità? E gli accordi con l’ASP? Ed il Punto di Emergenza Territoriale? E l’Autorità Portuale? E le opere del Decreto Emergenza? Ed il porticciolo turistico? E il “Mostro di Cannitello”? E il lungomare….

…. e via via una serie lunghissima, interminabile di domande senza risposte, di richieste senza interlocutore.

Con La Valle questa città paga un prezzo altissimo in termini di democrazia e di trasparenza, di modernità, di chiarezza. Mai una decisione chiara, mai una spiegazione. Mai un confronto aperto.

Con l’attuale primo cittadino questa città viaggia contro il futuro. E lo fa non solo per evitarlo ma per calpestare la storia, la cultura, la tradizione democratica. Per infierire, come mai era accaduto, contro quel concetto di Comunità

Non tutta è colpa sua, certo. La Valle sta solo, egregiamente, finendo un lavoro iniziato da decenni ma che “le auree riserve” avevano fatto in modo di mascherare.

Cado dalle nubi 2
Il Porto delle Nebbie

Casomai la sua colpa è quella  di aver preferito o, meglio, scelto per comodità e incapacità, di galleggiare in quel mare che si sta ingrossando in attesa della tempesta. Che arriverà! Ma, La Valle, ha anche la colpa, una volta timoniere per demerito altrui più che per merito proprio, di essersi scoperto “apprendista stregone” e per giunta per caso e, di aver disconosciuto i propri limiti tentando la “posa” del “modello brianzolo”, sperando che tanto potesse bastare a riempire le bocche (e le tasche) di una città ormai allo stremo..

Con l’oppio del consociativismo, dell’abbraccio mortale, per qualche tempo ha anche provato a imperare, riducendo il confronto, dentro un palazzo invaso dalla nebbia, ad un affare tra maggioranza e opposizione, isolando la città.

Poi l’urlo, la sopraffazione in luogo del ragionamento, la propaganda al posto della discussione. Non la contrapposizione aspra, ma politica, piuttosto l’attacco proditorio alle persone. La Valle resterà alla storia per aver fatto appellare “conigli” quelli che non la pensavano come la sua maggioranza; per avere fatto lanciare un monito a tutti: noi abbiamo vinto e noi gestiamo.

Anche in altre epoche questa città ha vissuto momenti di scontro pesantissimi, sia sul fronte della contrapposizione politica, sia su quello di alcuni settori (gli stessi) dell’imprenditoria e del lavoro. E tuttavia gli organi di governo non hanno mai fatto mancare i momenti istituzionali di dialogo e di confronto.

Altra cultura, certo! Si chiama cultura democratica, dove le istituzioni prima di imporre le decisioni, prima di fare le scelte, si confrontano con tutte le parti in causa, spiegano ai cittadini, ricercano il consenso. Rendono cioè effettivo il significato vero del termine democrazia, dove la ricerca del più ampio consenso non si acquisisce, con le blandizie e nemmeno con la sopraffazione.

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