Nessun inciucio: applicate le penali!

posto che non ci sono cointerressenze con la società AVR, sulla scorta delle segnalazioni pervenute da un gruppo di cittadini, l’amministrazione ha effettuato approfondimenti (dopo più di due anni) ed applicato le sanzioni che “portatori di interessi diffusi”, avevano segnalato.

rifiuti_Italia_discarica_riciclo_green_filiera_EuropaE’ un noto comune che dal 1° gennaio 2013 la “raccolta differenziata” è divenuta “forzata” per i Comuni ma che, nonostante questo, non è ancora oggi – e lo ribadiamo – partita.

Al di là di quello che vanno farfugliando nei “circoli tribali” di chiara ispirazione, ci si è sforzati di dare l’apparenza di una “raccolta differenziata”. E si sono sostituiti, ai cassonetti stradali, i cassonetti personali, che invadono strade e marciapiedi, ma non si è istituita l’isola ecologica e non si conosce bene l’orario di raccolta, tanto che gli “igienici” mastellini rendono tutto il giorno la città colorata.

La cultura della trasparenza

"Venti di cambiamenti", il ricordo di Don Peppino DianaA settembre 2013 avevamo detto, e scritto, al Comune, senza ottenere – come prescrive la legge – alcuna risposta. Ma se voglio ignorare una persona o un gruppo, per coerenza devo ignorarne anche le istanze, altrimenti ne consegue un atteggiamento illogico, volgare sotto certi aspetti, perché trasforma un fatto politico-amministrativo in un fatto personale. Sarà anche una violazione di legge ma almeno sarò coerente.

Invece, quelle contestazioni, circa la necessità di verificare e applicare le penali previste per il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati in fase contrattuale, dopo una clamorosa ammissione pubblica – «abbiamo verificato il contratto» – fatta ad appena due anni dalla stipula, sono servite per contestare ed applicare le sanzioni.

Questo è quanto risulta dalle determine n. 1142 – 1143 – 1296 – 1262 che approvano le fatture della ditta AVR spa, che sottraggono una quota dall’ammontare previsto, per l’applicazione delle penali come da contratto. Quali penali e in base a cosa vengono applicate, non è dato sapere, nel rispetto del principio “facciamo quel che ci pare”!

L’attenzione non è per i rifiuti

Nei “circoli tribali” di questo non si parla, però sappiamo cosa dice l’Autorità Nazionale AntiCorruzione, che attribuisce alla trasparenza un valore fondante. Un deterrente per fermare accordi sottobanco, assunzioni e frattaglie varie e, soprattutto, impedisce forme più o meno palesi di “contributi volontari”. E la corruzione, è sempre l’ANAC a dirlo (insieme alle statistiche e all’ultima vicenda romana), pesa sui bilanci per circa 60 miliardi di euro, che suonava meglio quando faceva 120 mila miliardi di vecchie lire.

Di trasparenza, però, nemmeno a parlarne ed è per questa ragione che non sappiamo quali sono i risultati raggiunti, con quali veicoli, con quale e quanto personale. Non sappiamo se ci sono state nuove assunzioni, che fine abbiano fatto i cassonetti, se abbiamo una speranza di vedere istituita l’isola ecologica, quanto “rifiuto differenziato” è stato prodotto ed il compenso ricevuto dall’Ente e, soprattutto, a quali “consorzi” viene conferito. Non sappiamo proprio niente e non possiamo adempiere al controllo puntuale sulla spesa e sulla reale destinazione dei soldi pubblici.

L’uso personale come metodo

15/4/2012 - il primo treno passa dentro la Variante
15/4/2012 – il primo treno passa dentro la Variante

Anche ad agosto 2012, nell’incredulità generale, “Benvenuti al Sud” lanciava l’allarme sulla “Variante di Cannitello”, secondo cui “Eurolink” (che avrebbe dovuto realizzarla), chiudeva il cantiere mentre l’amministrazione rassicurava che la ditta era solo andata in ferie. Tranne, poi, il 4 ottobre successivo, firmare, pubblicare e conclamare la chiusura del cantiere. E la “Variante di Cannitello” è ancora li, nonostante le rassicurazioni elettorali del mondo politico tutto.

Qualche mese prima era stata un’altra la questione, quella del “Parco dei Falchi”, che per quasi un decennio aveva fatto stare col fiato sospeso la parte più responsabile della città.

Circa 280.000 mq, un’intera montagna che, invece, nel giro di mezzora questa maggioranza aveva deciso di trasformare, rendendola edificabile perché «non si poteva impedire il futuro e lo sviluppo». Stiamo parlando di 440 “presunti” posti di lavoro che nessuno ha mai visto, nemmeno su carta e che lambivano gli interessi di parte.

Forse è per questo che una istruttoria farlocca, semiseria, viziata da generale incompetenza, come ricordato dai Giudici del TAR e che violava l’intero scibile giuridico-normativo, è stata annullata?

Forse scopriremo, un giorno (o forse lo abbiamo già scoperto), che all’ombra dei rifiuti ciascuno ha preso la sua parte, ognuno ha concluso i propri accordi (così sembra emergere dall’inchiesta “morsa sugli appalti”). Ma questo è argomento tabù, perché rischia di irritare il “grande capo” e i suoi seguaci.

E di chi è la colpa? Ovvio, di “Benvenuti al Sud”!

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