LA GRANDE ABBUFFATA – spese per migliaia di euro in pranzi e cene ma l’Amministrazione dichiara guerra a “Benevenuti al Sud” che le denuncia!

SENZA PAROLE

Avevamo creduto che quella del “pianobar” fosse stata solo una caduta di stile, un peccato veniale, episodico. Censurabile certamente ma episodico.

Dal modo poco trasparente con cui, all’indomani di quell’episodio, è stata intesa gestire la “partita” dei rimborsi spese, avevamo, invece, compreso che la vicenda era più complessa. Che non solo eravamo nel campo del “delirio d’onnipotenza” ma che la sensazione era di una certezza d’impunità che si faceva trasparire, evidentemente dovuta a fatti che sfuggono alla “nostra” umana comprensione.

Nella città in stato d’indigenza, quella “divagazione istituzionale” aveva provocato un generale giudizio di biasimo che, oggi, alla luce dei fatti emersi, rischia di trasformarsi in un incontenibile senso d’indignazione e di disprezzo nei confronti dell’istituzione comunale. Col rischio che, in assenza di un argine formale, quella “sensazione di certezza di impunità” faccia venire meno quel legame su cui poggia, ormai in equilibrio precario, il contratto sociale.

Leggiamo, infatti, dalla determinazione dirigenziale n. 613 del 19 ottobre 2012, la liquidazione di una somma pari ad Euro 4.370,00 a saldo di una serie di fatture emesse da un ristorante locale e riferite al periodo dal 9 giugno 2010 al 18 ottobre 2010 per pranzi e cene di rappresentanza.

Dicono, i bene informati, che si tratti solo di un terzo della somma effettivamente dovuta, dall’Amministrazione Comunale, allo stesso ristoratore anche per periodi successivi e non ancora liquidati.

Siamo convinti che la responsabilità non sia dell’Amministrazione Comunale che quei soldi li ha spesi ma, come vorrebbe far credere La Valle, la nostra che abbiamo il vizio di controllare le carte.

La vicenda, in effetti, non indigna. Peggio!

La vicenda appare disgustosa e non solo per il fatto in se, dovuto all’evidente uso “discutibile” delle risorse pubbliche, dallo scialacquare di risorse ma, anche, per il modo disinvolto con cui si costruiscono, a posteriori, atti di liquidazione che sono la rappresentazione tragica di un sistema privatistico della gestione della cosa pubblica che affonda la propria legittimazione nella certezza di una impunità che è giunto il momento di verificare su quali meccanismi affondi.

Come facilmente verificabile dalla determina, infatti, il documento di liquidazione afferma che “viste le numerose occasioni pubbliche alle quali il Sindaco e l’Amministrazione Comunale hanno dovuto partecipare, negli ultimi mesi, per assolvere impegni istituzionali…”.  Determina, come facilmente riscontrabile, datata 19 ottobre 2012. E quindi a quali ultimi mesi fa riferimento, dal momento che le fatture liquidate si riferiscono al secondo semestre di due anni prima? E quanti e chi sono le persone o le personalità che hanno partecipato a quelle cene e quale era il tema istituzionale? E per ogni cena o pranzo era necessaria la pletora che emerge dalle somme pagate per ogni singola fattura?

Siamo certi che già un minuto dopo la pubblicazione di queste notizie, l’Amministrazione Comunale, in testa il Sindaco, sarà pronta a giurare e spergiurare che si sia trattato di un errore materiale nella trascrizione della determina.  E invece di errore non si tratta, perché lo stesso documento non fa alcun riferimento a precedenti “impegni di spesa” che rappresentano la fase anteriore e legittimante non la liquidazione ma l’evento, cioè la cena o il pranzo e che già l’assenza di tale impegno rende censurabile la liquidazione.

Illegittimità su illegittimità che, rigo per rigo, si scoprono come i segni di un “gratta e vinci” in cui la posta in gioco la mette ciascun cittadino.

Così la genericità delle indicazioni…. es. fattura n. 433 del 09.06.2010 di € 652.00 che viola i principi stabiliti dalla magistratura contabile, la quale ha stabilito, con la sentenza n. 178/E.L./04 del 19 aprile 2004 della Sez. Giurisdizionale della Corte dei Conti dell’Umbria che sono illegittime le liquidazioni per …Pasti e colazioni di lavoro, omaggi e doni, con «motivazioni» che appaiono del tutto generiche, e comunque inidonee a giustificare l’erogazione (tra l’altro a soggetti non determinati né specificamente individuati) di un così alto numero di pasti (…) non è possibile qualificare «spese di rappresentanza».(…) La scelta discrezionale di attribuzione delle predette liberalità … appare: a) «del tutto illegittima, per aver travalicato il fondamentale limite interno della discrezionalità amministrativa»; b) del tutto «priva di giustificazione»; c) senza «alcuna utilità per l’Ente»; d) non rispondente «ad alcun interesse pubblico …, ma soltanto all’interesse privato dei beneficiari»; e) in contrasto con la causa del potere esercitato; f) «manifestamente illogica e, soprattutto, arbitraria».

Non proprio una voce nel deserto quella della Corte dei Conti Umbra, ma solo una conferma di quanto già sentenziato da quella Veneta, con la sentenza n. 719/2003 e da quelle centrali di appello, con le sentenze n. 106/2002 e 149/1992.

Senza appello, invece, saranno le giustificazioni pretestuose di una Amministrazione Comunale che, a questo punto, è andata ben oltre ogni umana immaginazione, in un momento  veramente drammatico per un numero di famiglie sempre più numeroso.

Gli oltre 12.000,00 euro, spesi dalle casse comunali in pranzi e cene da La Valle & Co, rappresentano un vergognoso schiaffo a quanti ogni mattina hanno la difficoltà a reperire i pochi euro necessari per soddisfare i bisogni primari delle loro famiglie.

Certo, è più facile inveire contro l’abnormità delle cifre dei casi “Lusi” e “Fiorito”, ma faremmo tutti un errore terribile se pensassimo che il brodo di coltura, dentro il quale ha germogliato la degenerazione di certa politica, abbia sempre un volto sconosciuto rispetto al vicino della porta accanto.

La città impari a trovare la forza ed il coraggio per reagire ai fatti, utilizzando tutta la civiltà di cui è stata sempre capace e ritrovi l’orgoglio per fronteggiare il disastro provocato da una politica che ha davvero perso il senso della misura e della realtà. E se davvero, come noi pensiamo, dentro questa maggioranza esistono ancora delle individualità capaci di indignarsi e di pretendere un ritorno a valori etici, è bene che mostrino i segni della loro insofferenza.

Come nel film di Marco Ferreri, dopo potrebbe essere già troppo tardi!

di Antonello Morabito

9 Risposte a “LA GRANDE ABBUFFATA – spese per migliaia di euro in pranzi e cene ma l’Amministrazione dichiara guerra a “Benevenuti al Sud” che le denuncia!”

  1. antonello continua cosi, e spero che si vada presto a votare grazie ancora dello splendido lavoro che stai facendo , ma continuo a dire ” l’ooposizione dove vive ????????

  2. se mio nonno fosse vivo direbbe” UNO SCHIAFFO ALLA MISERIA”, VERGOGNATEVI…………………Antonello sei un grande………..cosa dire ora al sindaco: DIMETTITI!!!!!!!!!

  3. …………….e pensare che 2 anni fa ci ero cascato, spiattellavano il loro programma politico, come un vento nuovo di riforma e pulizia del marcio che esisteva, proponevano di cambiare il volto della città, e bla bla bla bla bla……………in due anni e mezzo cos’è cambiato? Pago le tasse per mantenere ristoranti di lusso all’amministrazione……………SE AVETE UNO SPECCHIO SPUNTATEVI IN FACCIA OGNI MATTINA……………..

    1. Diciamo che tisei fatto abbindolare dalle chiacchiere, perche’ come vedrai nei prossimi giorni, il programma di LA VALLE, semplicemente, era inconsistente. ARIA FRITTA…. Speriamo solo si possa porre rimedio a tutti questi danni.

  4. speriamo che si vada a votare presto…prestissimo caro il mio sindaco che promette ancora oggi la darsena a pezzo il lungomare ect ect antonello vai sei un grande. hai mai pensato di candidarti??? pensac

  5. Calma carmelo… Qui non si tratta di fare il tifo per qualcuno ma per qualcosa.

  6. ma ci sono anche le frittole e le castagne ………………..insomma un mangia mangia ……………..

  7. ECCO PERCHE’ NON MI HANNO DATO LA QUOTA MINIMA “CONTRIBUTO SERVIZI SOCIALI”, PER FARMI LA SPESA!… CON DOVUTA DOMANDA PROTOCCOLATA, IN VIA RIVIERA…..

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