LA CROCIATA DEI PEZZENTI E IL RICHIAMO A DIO E ALLA FAMIGLIA

Perla copia messinaUna vita fa, il sindaco di Roma, Walter Veltroni, fu al centro di un’accesa polemica (passata per le forche caudine della procura della Capitale) per avere più o meno direttamente segnalato l’assunzione della vedova di un “pompiere” deceduto durante un’eroica operazione. La sua risposta fu: l’ho fatto e lo rifarei!

All’epoca (sembra passato un secolo), l’opinione pubblica giudicò scandaloso il polverone sollevato dalle opposizioni, non ritenendo, dati i fatti accaduti, che Veltroni avesse violato l’art. 3 della Costituzione che prevede l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.

Sono passati poco più di 8 anni e da allora le cose sono cambiate radicalmente. Non certamente nella cultura degli italiani ma nel “circo” della politica, nel frattempo trasformatosi in un misero teatrino di fenomeni da barraccone, poveri ignoranti e “storti rinisciuti” (un forbito italiano non avrebbe dato il senso), sapientemente utilizzati da personaggi muniti di grembiulino, squadre e compassi.

YUPPIE D’ASSALTO

Il “berlusconismo” ha cambiato il volto dell’Italia, della provincia italiana: molti lo chiamano “liberismo” che  nella traduzione dei suoi protagonisti si declama “affarismo”. Un termine che ha cambiato convinzioni personali e politiche di molti politici e presunti tali e che ha visto transitare da una parte…a una parte molti faccendieri sinistrorsi per necessità.

Così, arrivati ai giorni nostri, e ai fatti più vicini a casa nostra, è del tutto normale che una opposizione accuratamente selezionata per le indubbie capacità adattative, per il grande pregio di plagiarsi e conformarsi ai ricchi contenitori della maggioranza, nulla eccepirà se la prima inchiesta che ha investito il nostro Primo cittadino, con l’evidente complicità di altri, è nata per aver violato quel principio di uguaglianza di cui parlavamo, “inducendo” (ora così si dice) il titolare di un’impresa ad assumere la propria consorte e ipotizzando che la contropartita fosse fondata sulla nomina nell’Organismo di Valutazione e nella concessione di un servizio a rilevanza economica. Tanto da determinare, al primo atto di acquisizione della Procura, le dimissioni dallo stesso organismo di valutazione.

Il tutto nel silenzio complice, connivente, asservito e servile di una minoranza ancora memore delle porcate di cui, probabilmente, anch’essa ha fatto incetta.

BRUCIA LA CITTA’

non-vedo-non-sento-non-parlo-sitoE mentre tutto intorno (e anche al centro) brucia, i 16 personaggini (tutti insieme) che compongono il parlamentino villese, giocano agli indiani pensando di poter scacciar via i demoni. Tendono, loro, a dimenticare che tutto ebbe “fine” (o inizio) un’attimo prima dall’operazione “Fata Morgana” che – con l’urgenza determinata dal pericolo di fuga di alcuni – vide e vede coinvolto, tra gli altri, in qualità di indagato, il sindaco di Villa San Giovanni, Antonio Messina, della dinastia dei “Messina”.

Due settimane di silenzio durante i quali si fece passare l’idea che egli fosse stato coinvolto “solo” per avere favorito l’assunzione di personale al Centro Commerciale “La Perla dello Stretto” e nel corso del consiglio comunale del 20 maggio, senza mai smentire alcunchè, il sindaco dichiarò che della vicenda, su cui erano in corso indagini (bella questa) avrebbe dato conto solo alla sua famiglia (come per la prima), in questo sostenuto dalla tardiva solidarietà del capogruppo della maggioranza, dal suo assessore (e cuginio), Rocco Cassone e dalla solidarietà “familiare” dei capigruppo della minoranza Freno e Lottero.

I “giganti della politica” potevano dunque stare tranquilli: il consiglio comunale chiesto da “Benvenuti a Sud” non ci sarebbe stato. Nemmeno dopo che è emerso un diverso (e ben più grave) coinvolgimento del sindaco e della sua amministrazione. Lo hanno deciso i tre consiglieri del PD (Freno, Idone, Bellantone), la consigliera Lottero e anche Massimo  Morgante che ne aveva inizialmente abbracciato la richiesta.

LA CROCIATA DEI PEZZENTI

200px-GA_Ordre_du_Saint-Sépulcre.svgAd annunciarlo, “urbi et orbi”, l’8 giugno scorso, un comunicato congiunto della minoranza (?) che invocava una «impossibilità di richiedere la convocazione di un consiglio comunale ad hoc» (sebbene prevista per legge) a causa della «posizione politica assunta dal sindaco e dalla maggioranza». Che però mentre crollavano i santuari della politica in tutta la provincia, chiedeva ed otteneva (sempre perchè la legge lo prescrive) la convocazione di un consiglio sul nulla per il 21 luglio.

La «posizione politica assunta da sindaco e maggioranza»  si racchiude anche in un’altra frase: “Deus le volt”! Dio lo vuole e finchè Dio lo vorrà lui rimarrà a presidiare la città fantasma, come fece Pietro l’Eremita e come fecero i “crociati pezzenti” e lo stesso Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme che da allora la usano come motto.

Motto che non fu di buon auspicio, né per Pietro l’Eremita né per i “crociati pezzenti” che erano partiti alla conquista della Terra Santa e dopo essere stati sconfitti una prima volta, si resero protagonisti delle peggiori nefandezze in danno del popolo ottomano prima di essere a loro volta sconfitti dall’esercito di Saladino.

Di più c’è che la giustificazione del sindaco va oltre: Messina davanti a Dio ed agli uomini, da fervente uomo di chiesa (tanto da meritarsi il plauso di prelati appartenenti allo stesso Ordine che a Bagnara sono sotto inchiesta della locale Procura) si è affidato a Dio, mandando a dire agli uomini che lui risponderà solo alla sua famiglia. Dimenticando che il sindaco, per definizione, ha (oopppss dovrebbe avere) una sola famiglia che si chiama Comunità ammministrata, indipendentemente dal voto. E che aspetta ancora la verità.

SCENDI DAL PALCO

DSC_8484Per circa quattro mesi questo blog è rimasto sostanzialmente inattivo, per dare modo ai “giganti della politica” di riflettere, senza alibi, senza poter trovare scuse e giustificazioni nella necessità di doversi difendere dagli attacchi falsi e beceri di “benvenutiasud”.

Non è andata troppo bene. Anzi non è andata per niente bene e i banali richiami alla legalità, a principi legalitari che il sindaco pervicacemente ha tentato di diffondere nell’opinione pubblica, sono miseramente falliti man mano che le inchieste, i verbali, le informative venivano rese pubbliche inchiodando, per ora almeno dal punto di vista morale, comportamenti che anche altre Istituzioni, oltre la Procura, hanno dovuto annotare.

La levata di scudi in difesa di Messina, dentro e fuori le sedi della politica (a destra e sinistra, sopra, sotto e al centro) ha fatto subito tenerezza, per via di quella sottile attività cerebrale registrata dalle macchine, mentre altri leggevano la verità contenuta nelle migliaia di pagine di atti giudiziari prodotti a sostegno di un’accusa pesantissima e che inchioda la maggioranza mentre lascia intravedere nubi sulla minoranza.

D’altronde, sarebbe la prima volta, nella storia Repubblicana, che a un’accusa così grave, di avere favorito una associazione criminale, gli uomini del Ministero dell’Interno facessero finta di niente. Non vorremmo, casomai, essere nei panni di chi deve mettere le toppe all’aver tollerato questo scempio e consentito che le varie violazioni venissero portate a conseguenze ulteriori.

Chi vuol cogliere i segnali li colga…..per ora un arrivederci a prestissimo,….

19/09/2016

antonio morabito

 

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