ESPROPRI PONTE SULLO STRETTO: oltre 2000 indennità

IL DANNO E LA BEFFA
PONTE SULLO STRETTO

Sono oltre duemila, tra Calabria e Sicilia, alcuni ancora ignari, i proprietari immobiliari nei cui confronti la società “Stretto di Messina sparisulta inadempiente per il mancato pagamento delle indennità dovute a seguito della reiterazione del vincolo preordinato all’esproprio, indipendentemente dal fatto che l’opera sia stata o meno cancellata e la stessa “Stretto di Messina” posta in liquidazione.

Questo è quanto emerge dallo studio della documentazione che “Benvenuti al Sud” ha appositamente commissionato ad un ufficio legale che sul territorio nazionale si occupa prevalentemente della materia.

L’indennità da reiterazione del vincolo costituisce, infatti, un diritto ulteriore ed indipendente dall’indennità di espropriazione del bene vincolato, come peraltro conferma la delibera del CIPE che, nel settembre del 2008, reiterando il vincolo imposto nel 2003 con l’approvazione del progetto preliminare al “Ponte sullo Stretto”, aveva assegnato alla “Stretto di Messina” la somma forfettaria di 5 milioni di euro proprio per far fronte, in parte, alle indennità per “reitero del vincolo”.

L'OSSERVATORIO MANCATO
Il Sindaco Rocco La Valle

Occorre ricordare che la società del Ponte è costituita anche dalle Regioni Calabria e Sicilia che tuttavia, di fronte a questa vicenda, hanno preferito il silenzio, dimostrando come in questi anni, in cui la “Stretto di Messina” ed “Eurolink” hanno imperversato sul territorio, i cittadini siano rimasti privi di tutela e di rappresentanza, nonostante precise disposizioni di legge.

Ancora di più sconcerta il silenzio della rappresentanza di questa città nel CDA della Stretto di Messina e la disapplicazione dell’accordo sugli espropri, sottoscritto tra le imprese ed i sindaci di Villa San Giovanni e Messina, il quale prevedeva la possibilità di attivare, sin dall’avviso di reitero dell’apposizione del vincolo, pubblicato l’8 settembre 2011, di un “Osservatorio” a garanzia dei proprietari immobiliari ma che i Comuni non hanno mai inteso attivare.

Tutto, quindi, avrebbe dovuto trascorrere nel silenzio generale, nella speranza che spirassero i termini per far conseguire il diritto all’indennità, specie dopo la decisione del Governo Monti di cancellare l’opera e di porre in liquidazione  la societàStretto di Messina spa”.

Proprio la liquidazione della “Stretto di Messina” diventa ora l’elemento più delicato della vicenda, poiché non solo per un fatto venale ma sociale – perché a nessuna impresa deve essere consentito di assumere atteggiamenti predatori sul territorio – occorre intervenire, senza ritardo, per la messa in mora dell’attuale liquidatore, costringendolo a rivedere il piano di liquidazione. Revisione cui egli non potrà sottrarsi per evitare di dover rispondere col proprio patrimonio personale.

in liquidazione
L’assessore Luigi Fedele

Per questa ragione, già nei prossimi giorni, saranno notificate le prime diffide alla “Stretto di Messina” ed è stato attivato un servizio di consulenza gratuita sulle procedure da adottare e sancita la nascita di un “comitato degli espropriati”.

Indipendentemente dalla estensione dei terreni sottoposti a vincolo e dalla dimensione delle unità abitative, è necessario comprendere la necessità di un’azione corale e massiccia di chiunque abbia interesse, per evitare che nel futuro le lobby del cemento possano intraprendere azioni corsare, nella convinzione che questi territori siano popolati da sudditi creduloni.

            Villa San Giovanni, 04/01/2014

Il Portavoce

Rocco Caridi

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