ELEZIONI, FALCOMATA’ SBAGLIA CICCONE: BENVENUTI AL CIRCO BARNUM

In un momento così triste per una città che perde una delle sue più giovani figlie, sarebbe stato opportuno che il Commissario Straordinario, dott. Gerlando IORIO, già con le valigie pronte, dichiarasse il lutto cittadino e che ciascun candidato decidesse autonomamente di sospendere la campagna elettorale.

Invece, abbiamo registrato le parate dei candidati a sindaco, Lottero prima e Ciccone dopo, infarcite di pelose dichiarazioni di finto cordoglio che in breve ha lasciato spazio alla solita guerra, ai soliti attacchi beceri e vigliacchi.

Piaccia o non piaccia “the show must go on”. Lo hanno deciso Lottero e Ciccone, che invece di fermare la macchina elettorale hanno accusato e dileggiato tutto e tutti, aprendo la strada ad campagna elettorale che si chiude nel peggiore dei modi ma che, tuttavia, non può essere lasciata “monca” di affermazioni e di risposte che ora la gente pretende!

CICCONE IL CLOWN

Per decenza omettiamo la trasformazione di una tragedia immane in strumentalizzazione politica di bassa lega e ci concentriamo sulle macroscopiche contraddizioni in cui è incorso il candidato voluto da Giuseppe Neri, consigliere regionale del PD con delega su Villa San Giovanni.

L’appello, rivolto da Ciccone agli elettori del Centrosinistra, a votare per il “Nuovo Centrodestra”, che ha fatto venire la pelle d’oca a quanti, noti elettori di una sinistra storica, si aggiravano smarriti per la piazza stracolma (di circa 100 persone candidati compresi), in cerca di una casa che stentavano a riconoscere come loro.

Appello che è continuato quando Ciccone ha giganteggiato, citando gli orrori commessi da 10 anni di amministrazione incapace, dimenticando di aggiungere che quei 10 anni sono in lista con lui. E aggiungendo un’aspra critica per la gestione delle assunzioni alla “Perla” – oggetto d’indagine da parte della Procura – ma dimenticando di citare questioni a lui molto familiari.

Nemmeno una parola, invece, sulla infelice gestione della questione “Piale”, con le parole dell’Ing. De Michelis che pesano come macigni sulla testa di chi quelle questioni le ha seguite da vicino.

Poi le vaneggianti affermazioni di Ciccone, che fanno a pugni con quelle più autorevoli di ex sindaci come Giovanni Santoro e Totò Calabrò che hanno lungamente, in una intervista dell’epoca, affermato come l’opera di risanamento dei bilanci comunali è nata sotto Mimmo Aragona, che ha anche evitato la dichiarazione di un dissesto dato ormai per certo.

Infine l’accusa pesante a Siclari, di essersi ostinato a candidarsi a sindaco, nonostante la sospensione rimediata dopo la condanna in primo grado. E anche su questo Ciccone non dice tutto, non dice che la “legge Severino” è una legge monca, che dispone la candidabilità e l’eleggibilità dei soggetti condannati ma che non regola questioni come queste. Una legge sostenuta e non modificata dal suo PD!

FALCOMATA’ AL CIRCO

Poi è la volta di un Falcomatà più confuso che persuaso, ancora attonito dal duro colpo ricevuto da Renzi che all’amabile “Peppe” ha preferito l’Assessora Angela Marcianò dentro la Segreteia Nazionale del PD. E che sia confuso si capisce subito, quando in pochi minuti prende due cantonate: dapprima sbagliando Ciccone chiamandolo “Pasqualino” e poi indicando il frontistante Comune che corregge quando la piazza gli dice che è la scuola elementare.

Insomma un “teatro buffo” che dimostra come l’interesse di Falcomatà per questa città sia pari alla percentuale di nicotina indicata nelle sigarette. Tant’è vero che non fornisce alcuna risposta tra quelle che la città gli chiede!

Giudizio: esilarante!

09/07/2017

antonio morabito

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