città metropolitana, ovvero come diluire Il debito di Reggio Calabria

Nel dibattito che si sta sviluppando intorno alla “Città Metropolitana”, fatta salva qualche eccezione, come quella del Presidente della Provincia, Giuseppe RAFFA, sembra di cogliere i caratteri tipici di una superficialità politica che non promette nulla di buono.
La città Metropolitana non è, come vuole far credere il Sindaco di Villa San Giovanni, l’El Dorado entro il quale far trovare le soluzioni economico-finanziarie alle carenze infrastrutturali ed organizzative di un’intera area.
Contrariamente a quanto si sta affermando, il federalismo fiscale, avviato con la riforma del Titolo V della Costituzione, e lì accantonato, è l’esatto contrario di quanto una parte della politica vorrebbe far credere, poiché i costi dei servizi e degli interventi ricadono sui cittadini esattamente come adesso nei Comuni.
Alla città Metropolitana, infatti, oltre all’autonoma capacità impositiva, vengono trasferite le risorse derivanti dai tributi per le funzioni ad essa demandate, con conseguente definanziamento degli Enti Locali cui verranno sottratte tali funzioni. Il vantaggio, casomai, sarebbe quello della possibilità di realizzare economie sulla base di una riorganizzazione dei servizi su un’area vasta.
Questa premessa, insieme al tentativo di accelerazione che vorrebbe imprimere il Comune di Reggio Calabria, pone non poche perplessità e merita adeguati approfondimenti, in considerazione di uno “stato di fatto” pericolosamente precario del Comune Capoluogo, le cui attività sono “assistite” da una Commissione d’Accesso e che è a rischio di dissesto finanziario.
Questo potrebbe aprire al dubbio che certa politica abbia strumentalmente progettato il modo per diluire il debito del Comune Capoluogo, facendo pagare ai Comuni che aderiranno alla Città Metropolitana i costi di quel “modello Reggio” che, suo malgrado, ha ereditato il Sindaco Arena.
In buona sostanza, dietro l’El Dorado prefigurato dal Sindaco La Valle, si celerebbe una più ampia strategia politica, dentro la quale si giocano partite meno nobili di quelle che si vorrebbero prospettare.
Gli analisti politici, infatti, non nascondono più la possibilità che, in vista delle elezioni politiche, alcuni autorevoli personaggi della Regione Calabria vorrebbero negoziare una onorevole via d’uscita alle complicate situazioni che stanno emergendo, non prima di avere riposizionato le loro seconde file in seno all’istituzione Calabrese, con la conseguenza che per alcuni Comuni del reggino potrebbe aprirsi la possibilità del voto anticipato.
Questo spiegherebbe, tra l’altro, l’incomprensibile mantenimento in vita dell’Associazione dei Comuni dell’Area dello Stretto, fondata su una forzatura giuridica ma che consente di tenere insieme i molti Comuni inconsapevoli di un disegno scellerato, i cui costi ricadranno sui cittadini. Se questa è la città metropolitana…
Villa San Giovanni, 04/05/2012

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