CIARLATANO, ESERCIZIO ABUSIVO DI MESTIERE GIROVAGO

No+ciarlatani+ridottaChe nesso c’è tra il tanfo che ha accompagnato i “lanzichenecchi” che nelle ultime settimane hanno, rubato identità, infestato facebook con post lascivi e inverecondi, e la bruttissima pagina per la democrazia e le libertà, scritta da alcuni (La Valle, Cama, Siclari) esponenti della maggioranza?

Forse nessuno, o forse no! Ma certo è assai strana questa analogia e comunanza, com’è strana la compresenza di alcuni protagonisti.

L’accusa questa volta era chiara: alcuni giornali, anzi “Gazzetta” in particolare, si sarebbe macchiata del delitto di “lesa maestà” per non aver trattato adeguatamente la “convention” del PDL, meglio nota come “serata delle pubbliche benemerenze” ma officiata in forma privata, e per avere “mentito”, riportando testualmente un comunicato stampa dell’Amministrazione Comunale, sulla deviazione su Piale dei veicoli leggeri provenienti dalla stazione di servizio direzione sud.

Accusa chiara ma falsa. Perché è ovvio che dietro questa motivazione ci sono ragioni inconfessabili e, la prima, deriva dalla bruciante sconfitta, subita da La Valle e dai suoi potenti numi tutelari regionalmente distribuiti, nel tentativo di “okkupare” tutti gli spazi di informazione, ipotecando la democrazia e le libertà di ciascuno.

220px-Licio_Gelli_sui_quotidianiIl Venerabile Maestro, Licio Gelli, che di queste strategie ne aveva fatto la dottrina fondamentale di quel programma politico-amministrativo meglio noto come “Propaganda2”, sapeva bene quello che Tocqueville, già nel 1840 aveva scritto: la stampa è, per eccellenza, lo strumento democratico della libertà. E controllando la stampa si controlla ed anzi si trasforma la democrazia in una dittatura.

Il ragionamento è semplice: se controllo tutti i giornali, soffoco e controllo il dissenso ma se solo uno di essi sfugge, allora perdo il controllo di tutto, dal momento che nessuno vorrà, come si dice in gergo, “bucare una notizia”, perché come diceva Paolo Mieli, i giornali si comprano all’edicola. A patto che vendano notizie.

Dietro l’attacco alla stampa c’è, dunque, la frustrazione del non essere riusciti a mettere il bavaglio, non tanto alla minoranza ma all’opposizione civica, a quel ruolo che sta svolgendo “Benvenuti al Sud” anche di pungolo e di stimolo all’opposizione consiliare.

Ora, che La Valle non amasse il dissenso questo era noto. Che di fronte alle critiche egli abbia, quasi sempre, preferito darsi alle gambe, anche. Quello che i più non conoscevano era la sua proclività a piegare le regole e la verità, cercando di non debordare mai oltre i confini che espongono alla pubblica opinione. Insomma, il falso perbenismo prima di tutto!

Il Primo cittadino sa bene di non avere merce da vendere e che i suoi banditori, alla fin della fiera, rischiano di essere contravvenzionati per esercizio abusivo di mestiere girovago: il ciarlatano! E questo, nelle redazioni giornalistiche serie e con una autorevole esperienza, lo sanno bene, tanto da essersi dimostrate distinte e distanti da quella “cultura” dell’arroganza fatta di controfigure con la pretesa di sostituire le redazioni giornalistiche con l’interlocuzione di mariti e cognati.

Dietro quell’attacco alla stampa non c’è altro che un feroce attacco alla critica e al dissenso,  alla libertà di manifestare opinioni diverse. E come nelle migliori tradizioni oppressive che giungono all’epilogo, la frustrazione deve sfogare nella rabbia e nelle aggressioni insulse e spregiudicate.

Una certa storia insegna che quando i poteri si sentono in pericolo, aggrediscono l’avversario tentando di distruggerlo moralmente, professionalmente  e fisicamente.

02 maggio 2013

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